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L'Abbazia di S. Maria di Monteauro fu fondata nel 769 dal frate benedettino Pellegrino al quale si aggiunsero in poco tempo 30 confratelli dello stesso ordine monastico. L' antico complesso conventuale era costituito dalla chiesa e dal chiostro (collegati da un corridoio colonnato), dalla cucina, dal refettorio e dalle celle. Il chiostro del XIII sec., di forma rettangolare (m.12.20 x 22.95), era formato da tre campate sul lato minore e da cinque su quello maggiore. Tutte le volte erano a crociera. Le strutture del piano superiore poggiavano su pilastri di pietra sovrastati da capitelli. Oggi avanzano solo due colonne ed un capitello. Il chiostro del XVI sec., di forma quadrangolare (m. 18.35 x 19.00), sorgeva nella parte sud-orientale del monastero ed era formato da 7 arcate per lato, poggianti su colonne di pietra calcarea di discreta fattura sovrastate da capitelli di stile ionico. Di questo chiostro oggi avanzano solo tre colonne e tre capitelli. Il giardino a terrazzo, si estendeva nella parte orientale del monastero. Il muro di cinta, sorretto da contrafforti, nella parte orientale e meridionale si raccordava con le mura del monastero nella parte settentrionale presso le scale che conducevano al piano superiore. Al 1076 risalgono gli interventi di restauro voluti da Roberto il Guiscardo dietro le preghiere di Mons. Aldemario, Vescovo di S. Angelo dal 1072 al 1083, già Abate di S. Maria di Monteauro, e di Errico e Maurizio Guerriero. Il Guiscardo scelse come Vescovo del cenobio Desiderio Guerriero, figlio di Errico. L'abbazia fu per molti secoli centro rinomato di studi, particolarmente nel IX e X secolo. In essa fu istituito un corso di studi ed un noviziato. I benedettini vi dimorarono fino al 1467 e poi si ritirarono nel convento di Cava dei Tirreni. L'ultimo abate benedettino fu il campagnese Francesco Santillo che aveva retto l'abbazia per 26 anni. Nel 1505 l'abbazia fu presa dagli olivetani che la lasciarono otto anni dopo per disposizione di papa Leone X. Nel 1516 vi si insediarono i PP. Minimi o Paolotti che vi rimasero fino al 1615. <<Installati i PP. Minimi di S. Francesco di Paola nel cenobio di S. Maria de Callis, per opera del benemerito Melchiorre Guerriero, loro speciale procuratore, furono fatte molte restaurazioni alle fabbriche del cenobio, nonché nuove aggiunte; ...furono impiegate 178 canne di fabbrica per la restaurazione delle quattro mura principali, e 41 per le quattro cappelle. Il piano della Chiesa venne ribassato; ma quello delle cappelle rimase lo stesso ...>>. Dal 1615 l'antica abbazia è stata retta dal Capitolo Cattedrale di Campagna. Con la partenza dei Paolotti il Sindaco e gli eletti di Campagna volevano trasformare il complesso conventuale in ospedale ma la distanza dal centro storico e i patroni delle cappellanie ne fecero sfumare la trasformazione. Da allora non vi furono più cure per l'antico cenobio di S. Maria la Nova fino al 1720 quando Francesco Saverio Fontana realizzò diversi lavori di abbellimento della Chiesa abbellendo, tra le altre cose, gli altari. Nel 1892 il comune di Campagna acquistò il cenobio di S. Maria la Nova con notifica del notaio C. Casalbore di Salerno. Gravemente danneggiata dal sisma del 1980 è stata ulteriormente modificata con i lavori di restauro conclusisi nel 1990. Attualmente è in funzione come parrocchia della località omonima ed è possibile visitarla.
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