venerdì 22 novembre 2024     •  Login
 
   
 
   
   
   
 
 
     
 
    
Seleziona la lingua:Versione in italiano Versione in inglese
 
 
     
     
 
   Campagna la città delle 2 oasi del WWF

Campagna la città delle 2 oasi del WWF

CARMINE GRANITO

"L'oasi di Persano e la signora del fiume: la lontra".
Piuttosto schiva per natura e ti­morosa dell'uomo, la lontra ha abitudini notturne, dedicando le ore diurne al riposo. Generalmen­te conduce vita solitaria che ab­bandona soltanto nel periodo de­gli amori. " Sopravvissuta negli angoli più nascosti dei nostri corsid'acqua, la lontra è oggi, in Italia, il mam­mifero terrestre che pre­senta il maggior rischio di scomparsa. Preziosa e insostituibile abitatrice degli ambienti umidi, que­sto splendido mustelide ha subito negli ultimi anni una drastica riduzione fino ad affacciarsi al baratro dell' estinzione".
Questo grido di allarme lanciato qualche anno fa da Antonio Canu in una pubblicazione realizzata dal Fondo Mondiale per la Natura d'intesa con il Mi­nistero dell'Ambiente.
"Nel comprensorio bagnato dal Sele, dal Tanagro, dal Calore Lucano soprav­vive la più numerosa po­polazione di lontra dell'intera penisola. Un angolo in Campania di estremo valore naturalisti­co e paesaggistico, ancora vivo e per buona parte integro, nonostante i pro­getti minacciosi di specu­lazioni, distruzioni, altera­zioni". Battaglie quotidia­ne contro mille pericoli: dighe, captazioni, strade, cave, discariche e canaliz­zazioni.
Salvare la lontra significa salvare questa terra, le tradizioni, la storia. "Il WWF ha cominciato da anni: nel 1981 con la rea­lizzazione dell'Oasi di Persano sul Sele, diventa­ta il centro pilota della campagna per salvare la lontra.
È necessaria l'istituzione di un Parco fluviale, indi­ce di progettazione e di regolamentazione ma anche di sviluppo econo­mico".
Bisogna conservare l'acqua trasparente, tutela­re il fiume Sele e salva­guardare il suo vasto pa­trimonio faunistico e flo­reale. Per raggiungere tale obiettivo , occorre il contri­buto di tutti; insieme,per tramandare alle future ge­nerazioni l'appartenenza storica alla nostra terra, così ricca di bellezze e re­gno della "signora del fiu­me".

Parco del Monte Polverac­chio "Il Re dei Monti Picentini": il Lupo.
Mammifero dal corpo snel­lo e forte, carnivoro appar­tenente alla famiglia Cani-di, il lupo (Canis lupus) vive in branchi.
Animale grandemente ag­gressivo è considerato co­me simbolo della voracità insaziabile e sanguinaria. Digitigrado, cinque dita per zampa anteriori e quattro per quelle posteriori, dal muso aguzzo ed orecchie triangolari tenute sempre ritte, ha i denti canini mol­to sviluppati che gli per­mettono di attaccare grossi ruminanti e di nutrirsi all'occorrenza anche di piccoli animali e carogne. L'ululato, grido cupo e prolungato, è il suo modo di comunicare, Il lupo è anche il simbolo del Parco del WWF del Monte Pol­veracchio e la popolazione dei Monti Picentini è tra le più importanti dell'Appennino Campano. La popolazione di lupo italico è diffusa tra la To­scana e i rilievi montuosi degli Abruzzi e della Cala­bria (Sila).
" L'operazione San France­sco" lanciata dal Fondo Mondiale per la Natura del 1976, non solo promosse la sua protezione, ma sensibi­lizzò l'opinione pubblica: portò la Regioni a farsi carico di rimborsare a con­tadini e pastori i danni cau­sati dai lupi e più spesso, dai cani rinselvatichiti. Vincenzo Armenante, re­sponsabile dell'Oasi, ri­prende un brano del libro " Itinerari naturalistici della Valle del Sele":
"... un altro Re dominava queste contrade ; ormai è detronizzato ed è presente soltanto con qualche esem­plare: il lupo. Proprio qui vicino c'è un posto chia­mato " le tane dei lupi", che ricorda la presenza di questo splendido animale. E' merito del WWF e della sua campagna di protezio­ne il fatto di aver dato il via ad una conoscenza tale da sfatare il mito del lupo cat­tivo. L'uomo d'oggi do­vrebbe raccontare la favola di Cappuccetto Rosso in­vertendo i ruoli...".
Il Monte Polveracchio (m.1790) fa parte della catena dei Monti Picentini, tra la provincia di Salerno e quella di Avellino; qui si trovano le cime più alte dell'Appennino Campano: Monte Cervialto (1809 m.) e il Monte Termino (1783 m.). Il Parco, insistente nel Comune di Campagna, si estende per circa 200 ettari. A i visitatori suggeriamo di lasciare l'autostrada Salerno - Reggio Calabria A3 all'uscita di Campagna, di attraversare il Centro Urba­no e di proseguire per 12 Km. Sulla strada provincia­le per Acerno e seguendo i cartelli del WWF si rag­giunge davanti all'entrata del Parco ... Inbocca al lupo!

Ascolta "Carmine Granito: Cronache di Campagna" su Spreaker.